La sola idea di poter racchiudere l’arte in una formula matematica è di per sé impensa-
bile, ma se per assurdo fosse anche solo lontanamente possibile, allora credo che l’arte di Nellì Cordioli potrebbe ambire alla mitica sintesi: E = mc², dove, però, “E” sta per “energia”, “m” per “materia” e “c²” sta per colore elevato al quadrato. Spero non me ne
voglia Albert Einstein, ma la sua formula in questo caso calza come un guanto.
E calza perché le opere di Nellì emanano e trasmettono energia propria. la stessa che lei
ha profuso senza risparmio nel realizzarle. Ovviamente non si tratta di puro impulso – al
di là delle apparenze – ma di uno stile che ha un pensiero e un progetto alle spalle, un
progetto che impiega e soprattutto piega la materia (frantumata, triturata, atomizzata)
alla propria volontà, per realizzare cosi un’arte solida e inscalfibile, destinata a durare
nel tempo e a dare corpo sensibile al mondo visualizzabile nei suoi elementi costitutivi.
E dove lo stesso colore, pure quando sembra mancare perché sostituito dal bianco,
altro non è che la sintesi forzata (di nuovo l’Energia) e additiva di tutti i colori dello
spettro visibile. Al dunque un colore eclatante e pervasivo quando serve, concentrato e
minimale quando necessario, ma di certo mai sussurrato. Non mancano i riferimenti alla
natura, nella ricca produzione della Cordioli, e neppure quelli alla musica, eppure su
tutto regna incontrastata e incontenibile l’Energia.
Claudio A. Barzaghi